La riforma del Terzo settore prevede l’uscita di scena del regime fiscale agevolato che per vent’anni ha caratterizzato le organizzazioni non lucrative.
Il debutto dei nuovi regimi fiscali di tassazione è tuttavia subordinatol via libera della Commissione europea e la creazione del Registro unico nazionale del Terzo settore, prevista per l’inizio del 2019.
Il 2018 è dunque l’ultimo anno nel quale le Onlus possono adottare il “vecchio” regime e sono chiamate a decidere a quale delle sette sezioni del Registro unico si iscreveranno, in base alla loro organizzazione e in base alla tipologia e consistenza delle loro entrate.
Iscriversi, innanzitutto non è obbligatorio ma le organizzazioni che non lo faranno rinunceranno ai nuovi regimi fiscali agevolati e all’attribuzione del cinque per mille dell’Irpef.
Rischiano poi la devoluzione del patrimonio ad altri enti non lucrativi.
Gli enti e per loro i consulenti stanno valutando la veste che converrà adottare.
Il Registro unico del Terzo settore prevede sette forme associative tra le quali scegliere:
organizzazione di volontariato,
associazione di promozione sociale,
ente filantropico,
impresa sociale,
rete associativa,
società di mutuo soccorso,
altro ente del terzo settore (resto del mondo meno le ASD).